Agenzie Vs Packaging Positioning. Chi sono io e cosa faccio per il mercato.

Quante volte avrai sentito pronunciare in un locale, in metropolitana, mentre cammini per strada, mentre ascolti qualcuno al telefono o da un amico: “Lavoro in un’agenzia di marketing”

Ma cosa si fa in un’agenzia di marketing?

Che tipo di lavoro è quello dell’agenzia di marketing?

E, soprattutto, cos’è un’agenzia di marketing?

Ma andiamo per gradi.

Chissà chi sei tu, lettore. Sei un imprenditore o un direttore marketing che sta cercando un fornitore per la creazione di un nuovo packaging? O sei un mio “competitor”?

Lo so che hai notato le virgolette e il perché lo capirai tra poco. Intanto ti do il benvenuto, chiunque tu sia.

 

MBSe ancora non mi conosci, io sono Michele Bondani, fondatore dell’agenzia Packaging in Italy, esperto di marketing e packaging, creatore del Packaging Positioning e partner per l’Italia della Trout & Partners, la corporate Global Leaders in Strategic Positioning fondata da Jack Trout, padre della teoria del Brand Positioning. A proposito, posso tranquillamente scrivere e dire che sono l’unico referente in Italia a rappresentare Jack Trout.

 

Come vedi in sole quattro righe ti ho detto praticamente tutto del mio lavoro. Quante di quelle persone che tutti i giorni dicono che lavorano in un’agenzia di marketing riescono a fare altrettanto? Nella mia breve presentazione ci sono due parole che ricorrono più di una volta: packaging e positioning. Il motivo è semplice: il mio business, quello che facciamo ogni giorno qui in agenzia, riguarda esattamente questo, il packaging e il positioning. Facciamo SOLO questo.

Ora, se sei alla ricerca di un fornitore per il packaging del tuo prodotto, ti dico cosa troverai in questo articolo: le ragioni per affidarti a un’agenzia che fa solo ed esclusivamente Packaging Positioning. Se, invece, ti occupi anche di packaging in una grande agenzia generalista o in uno studio grafico di provincia che si spaccia per agenzia e fa anche packaging, ti spiegherò i motivi per cui non sei un mio competitor.

 

 

 

Perché affidare il packaging a chi fa solo packaging

Quando ho aperto le porte dell’agenzia Packaging in Italy, ad alcuni la scelta di verticalizzare il mio business solo sul packaging è sembrata assurda. Tra questi, sicuramente ci sono anche gli stessi che oggi cercano di guadagnare terreno proprio sul fronte del packaging. Lo chiamano packaging design, ­packaging creativo o semplicemente packaging, e fanno convivere questi servizi a fianco ad altri come brand design, corporate design, brand identity design…

Sai perché non mi sono allineato a questo trend? Perché nella mia mente continuavano a risuonare queste parole: specializzazione e risultato.

 

Specializzazione

Ormai questo concetto l’hanno capito tutti ed è molto chiaro. Come imprenditore e come uomo di marketing, ho sempre sostenuto che per essere forte sul mercato a livello di posizionamento bisogna essere iper-specializzati e focalizzati. Questo per almeno tre motivi:

  1. la specializzazione ti permette di focalizzarti solo su un settore specifico;
  2. la specializzazione è sinonimo di competenza;
  3. la specializzazione aumenta il valore di ciò che offri.

 

Questa posizione mi ha messo sulla strada della ricerca nel campo del packaging, ricerca che mi ha portato sulla strada dell’innovazione, quella che oggi in molti chiamano Packaging Positioning. Ecco perché la mia realtà ha potuto distinguersi da tutte le altre agenzie di packaging design. Ecco perché un gigante come Jack Trout ha scelto me come unico partner italiano.

 

Risultato

Io non ho mai voluto fare packaging fine a sé stesso perché ho intuito l’immensa potenzialità di questo strumento. E attenzione: “strumento” qui è la parola chiave. Ho sempre pensato al packaging come a uno strumento di business. Poi è arrivata l’intuizione: studiare una metodologia che mi consentisse di creare packaging finalizzato al posizionamento.

È nato così il Packaging Positioning e, nel momento in cui l’ho concepito, ho capito che avevo creato qualcosa che non esisteva prima. Ma non è solo questo il valore del Packaging Positioning. Il suo valore sta, soprattutto, nel fatto che rende il packaging un reale strumento di business, perché persegue un obiettivo, un risultato, appunto: quello del posizionamento, la base di ogni brand vincente.

Ecco le ragioni per cui la mia agenzia fa solo packaging, anzi, fa solo Packaging Positioning; ed ecco le ragioni per cui tu dovresti scegliere per la tua azienda solo realtà specializzate che guardano al risultato.

 

Scegli la specializzazione e il risultato. Scegli il Packaging Positioning. →

 

 

Non sei ancora convinto? Hai ragione, il web è pieno di fuffa marketing e fuffa guru.

 

 

Packaging credenziali

 

Credenziali

Visto che a parlare sono bravi tutti (e qualcuno anche più di me) ma a dimostrare con i fatti un po’ meno, voglio metterti sotto gli occhi i casi studio e i risultati del mio lavoro. Perché sono sempre i risultati che parlano, i nomi, le vere aziende. Per questo oggi ti voglio dare 10 BUONE RAGIONI PER ASCOLTARMI, sottoponendoti 10 casi studio concreti che riguardano progetti su cui abbiamo lavorato con il Packaging Positioning:

  1. il caso studio Forno Carasau
  2. il caso studio La Gourmerì
  3. il caso studio Paluani
  4. il caso studio Calabreselli
  5. il caso studio Migliori
  6. il caso studio Oberto
  7. il caso studio Carichissimo
  8. il caso studio Il Pagnotto
  9. il caso studio Majani – Sfoglia Nera
  10. il caso studio Auricchio

E adesso, veniamo a noi, “competitor”.

Perché, anche se sei più blasonato di me e ti occupi di packaging, non sei un mio competitor?

Sei un’agenzia di comunicazione generalista che fa packaging e qualcos’altro.

Sei un piccolo studio che fa packaging e molto altro.

Sei un’agenzia creativa di Milano che fa anche packaging.

In tutti questi casi, non sei un competitor della Packaging in Italy. L’unica cosa che accomuna le nostre realtà è la parola packaging, ma la nostra offerta e i nostri business sono distanti anni luce. Sì, magari un cliente che si è rivolto a noi ha chiamato anche voi, ma se sceglierà voi sarà perché:

  1. il cliente basa la sua scelta sulle pubbliche relazioni;
  2. il cliente basa la sua scelta sul prezzo più basso;
  3. il cliente non ha letto o non ha compreso il beneficio del posizionamento.

 

Nei primi due casi, non ci possiamo fare nulla; il terzo caso segnala sicuramente un problema di comunicazione verso il lead non convertito da noi in cliente. Mea culpa!

 

Vorrà dire che il cliente non avrà compreso che il Packaging Positioning ingloba e va oltre tutto ciò che fai tu, che sia brand qualcosa, qualcosa design o mera creatività; che il Packaging Positioning è la base (la conditio sine qua non) per fare branding (o rebranding) attraverso un packaging finalizzato al posizionamento (o al riposizionamento); che il Packaging Positioning contribuisce in modo concreto a:

  • fare business;
  • far incrementare le vendite;
  • non sottostare alla logica del prezzo più basso;
  • conquistare la mente del consumatore;
  • vincere la guerra sullo scaffale.

A ogni modo, ti faccio solo una domanda: tu puoi fare promesse così concrete ai tuoi clienti? Se ci devi pensare su, allora hai la conferma: non sei un mio competitor. Facciamo cose diverse, in modo diverso, con risultati diversi.

Allora, caro lettore, siamo arrivati alla fine di questo articolo. Chiedimi chi sono e cosa fa la mia agenzia e io non ti darò risposta diversa da questa: sono Michele Bondani e l’agenzia che ho fondato, Packaging in Italy, è specializzata e focalizzata sul Packaging Positioning, il packaging finalizzato al posizionamento, il packaging che ti fa vendere. Poi fai le stesse domande a chiunque altro si occupi di packaging e confronta le risposte. Trarrai da solo le tue conclusioni…

 

P.S. Sull’argomento del Packaging Positioning ho scritto un libro – Packaging positioning. Vinci la guerra sullo scaffale  – che trovi nelle maggiori librerie italiane o su Amazon. Se vuoi saperne di più, per te stesso o per la tua azienda, ti invito leggerlo.

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